Era una domenica come tante, mancavano due settimane
al Natale, guardai fuori dalla finestra, la giornata
era fredda e nevosa. Diedi una rapida occhiata
all’orologio, le quindici. Decisi di uscire in questo paese per me
nuovo visto che da sei mesi avevo lasciato la mia città nativa
per cambiare vita.
I negozi erano abbelliti come ogni Natale da luci colorate, la
gente si affrettava a comperare regali d’ogni genere per parenti
ed amici, io, invece, giravo per negozi senza preoccuparmi di
nulla.
Mentre camminavo vidi un centro commerciale e mi convinsi
ad entrare, era affollatissimo. Cercai una toilette perché in
quel momento avevo bisogno di darmi una scrollata; non appena
entrai sentii dei rumori, per terra c’era qualcuno ma non
riuscivo a capire chi fosse. Allora mi avvicinai e chiesi: “Si sente
bene?”
Mi abbassai e le alzai la testa: era una splendida ragazza dai
capelli corti castani con occhi scuri ma penetranti; mi guardava
senza dire una parola.
Rimasi ad osservarla per parecchi secondi senza riuscire a
dire nulla, ero come pietrificato dalla sua bellezza… il viso, gli
occhi…
La sollevai e le chiesi chi fosse ma, inspiegabilmente, non
disse nulla.
Non sapevo che fare, che dire, così decisi di prenderla sottobraccio
per portarla fuori dall’ipermercato.
Mi mise una mano sul fianco e appoggiò la testa sul mio
petto: incredibile, era come se fossimo due fidanzati legati per
la vita e, invece, non ci conoscevamo neanche. Sentii il suo
corpo sempre più vicino, mi s’incollò addosso senza staccarsi
un attimo.
Era vestita con un paio di jeans marroni, un maglione nero
e scarpe da tennis all’apparenza molto consumate.
Ci avviammo verso casa mia.
Circondati da tantissima gente che andava e veniva per la
strada, come se per loro fosse l’unico giorno di vita carichi di
borse piene e di portafogli vuoti, c’eravamo noi due che camminavamo
verso la mia abitazione, mi sembrava di non arrivare
più e con me c’era questa ragazza che mi trascinavo senza spiegazione
come se qualcosa ci tenesse uniti… una sensazione
strana ed ambigua.
Probabilmente stavo sbagliando, anzi, ne ero quasi certo,
avrei dovuto portarla all’ospedale o alla polizia, stavo facendo
tutto questo forse per egoismo. Dopotutto penso che il destino
sia come un treno che corre in noi stessi, corre senza mai fermarsi
e saremo noi a decidere le fermate; era per questo che
non volevo perderla.
Aprii la porta di casa, entrai ed accesi la luce, la accompagnai
sul divano.
“Riposati, poi mi racconterai tutto quello che ti è successo”
le dissi.
Mi preparai un caffè, ne avevo proprio bisogno, non mi era
mai capitato nulla del genere prima di allora.
Ritornai da lei, si era addormentata.
Presi una coperta e un cuscino che tenevo in una scatola
sopra l’armadio, vivevo in un monolocale e non potevo pretendere
d’avere tutto a portata di mano, dovevo arrangiarmi in
qualche modo; nel frattempo il caffè era pronto ma era più
quello fuoriuscito dalla caffettiera che quello da bere, mi sedetti
su una sedia e mi misi di fronte a quella strana ragazza, la
osservai pensando a chi sarebbe potuta essere, al motivo che
l’aveva spinta in quel centro commerciale, al perché si trovava
per terra nella toilette. Tante domande mi passavano per la
testa ma non riuscivo a trovare nessuna risposta.
Decisi di andare sul balcone, faceva freddo ma il cielo era
limpido e stellato, una notte meravigliosa. Mi fumai una sigaretta,
in strada la gente stava diminuendo sempre più, ormai
tutti rientravano nelle loro abitazioni, vedevo la città di fronte
a me illuminarsi non per le luci delle case ma per il calore che
emanavano le famiglie come se avessero un interruttore all’interno
del proprio cuore. Se il Natale durasse tutto l’anno quest’interruttore
sarebbe sempre rotto perché l’amore è come una
strada tortuosa: più la percorri e più la perdi………….
sono molto curiosa….
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Ciao Charlesvas, ho letto prima la parte seconda , e dopo ho letto l’inizio di questo racconto .La lettura è stata abbastanza piacevole .Di fantasia ne hai proprio tanta 😉 ciao Viola
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Ciò che verrà più avanti potrebbe sconvolgerti.
E come un’auto che inizia un viaggio molto lentamente, direi soft, per poi aumentare velocità sempre di più, fino a quando arriverà un implosione…non un esplosione….un implosione.
Mai ciò che sembra e fantasia, capiteranno fatti che si tramuteranno in realtà.
E come una maledizione…
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Sono curiosa degli sviluppi del racconto anche perché per sconvolgere a me ce ne vuole assai -.-
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