Mi sono spinto al 1756, quando fui partecipe ad un piccolo evento. Ero su di una carrozza insieme a quattro persone, uno alquanto poco raccomandabile, l’altro sembrava un ubriacone che vomitava di ogni fuori dalla carrozza, una donna che leggeva delle lettere e poi al mio fianco c’era un’altra donna che piangeva in silenzio.
Successe che al cocchiere gli venne un malore e crepò al’istante. Rimaniamo lì persi nei meandri di una strada sconnessa tra pozzanghere e animali strani che si avvicinavano.
Decidemmo di aspettare dentro alla carrozza i soccorsi di qualche viandante. Nel frattempo che aspettavamo decisi di raccontare una storia ai miei compagni di viaggio. Gli raccontai quella di una donna che perdeva le sue lacrime lungo il tragitto che la portava da casa alla scuola dove insegnava. Quello fu il mio momento di felicità, perché la donna che sedeva al mio fianco invece di piangere iniziò a ridere.