La Patente di Guida…

Vi e capitato mai di fare una cosa controvoglia? Fu quando dovetti prendere la patente. Non volevo prenderla. Fu un obbligo del grande capo, mise delle condizioni, se dovevo lavorare ero obbligato a farla, perché dovevo viaggiare. Che cazzo!! Era cosi bello viaggiare in tram per Milano e corteggiare le donzelle sul mitico tram fatto tutto di legno. Bastava poco per attaccar bottone, piacere, cosa sta leggendo, mi scusi ha una sigaretta, senti hai visto per caso qui un ombrello, fu un regalo di mia nonna Gelsomina, non lo trovò più. Ha un antidolorifico ho le pene d’amore, oppure, ciao non ti ricordi di me, ect ect. Sapete la vecchia scuola del professor Kruge, ci ha insegnato a stare al mondo. Quindi mi toccava fare sta cazzo di patente di mala voglia. Tramite le conoscenze del grande capo, (lui conosceva il mondo intero.) feci questa stramaledetta patente di guida, ovviamente dove dicevano i piani alti e come dicevano i piani alti. All’esame di guida il mio istruttore per evitare che scrivessi ai test “Varie ed Eventuali.” Mi fece fare solo l’esame di guida. Come esame di teoria risposi solo ad un paio di domande a voce ad un ingegnere, eravamo io e un altro. Mentre altre 15 persone in un silenzio tombale rispondevano ai quiz. Le domande erano semplici, il semaforo rosso cosa significava, il semaforo verde, il giallo e alcuni cartelli, i più importanti, divieto d’accesso, lo stop. Andò bene il quizzetto. L’istruttore prima di fare l’esame di guida al sottoscritto e all’altro, invitò al bar l’ingegnere che doveva controllare il nostro modo di guida. Perché l’istruttore portò al bar l’ingegnere? L’ho capito successivamente. Molti giorni prima, quando disse al sottoscritto e all’altro “Vi chiamo io quando ci sarà da fare l’esame di guida, prima devo sapere chi sarà l’ingegnere che vi farà l’esame, in base all’ingegnere che ci sarà, voi fate l’esame, così evitiamo complicazioni. Quel giorno Io e l’altro eravamo pronti. Eravamo ad aspettare all’interno della mitica scuola guida (non posso rivelare il nome.) Dopo un tre quarti d’ora di attesa, arrivano dal bar l’istruttore e l’ingegnere. Iniziò l’altro a fare l’esame. Dopo neanche 20 minuti toccò a me. Prendo l’auto, al mio fianco l’istruttore, seduto dietro l’ingegnere. Ad un certo punto l’ingegnere poco prima del semaforo in fondo a Viale Piave mi disse “Alla fine del viale gira a destra.” Rallento e poco prima di girare domando all’ingegnere, guardandolo dallo specchietto retrovisore, posto al centro del parabrezza. “Varie ed Eventuali a destra?” Nello stupore del ‘istruttore che mi da un’occhiataccia, mi accorgo dallo specchietto che l’ingegnere dormiva beato, in preda penso ai fiumi dell’alcol. Fummo promossi a pieni voti, io e l’altro con la felicità del grande capo, eravamo pronti per viaggiare attorno al mondo. Tornai casa sul tram 29, quello leggendario milanese fatto di legno, esistente ancora oggi, cimelio anche per i turisti di ogni parte del mondo che vengono a Milano. Milano è ancora piena di questi tram, “Indistruttibili” Il legno e indistruttibile se tenuto bene. Vecchi di 90 anni che circolano che è una meraviglia, costruiti o meglio imposti dal regime fascista, dove il legno luccica, dove ci sono frasi intarsiate nel legno scritte nel corso del tempo, tipo una frase “Ti amo con tutto il cuore 1968” e vicino altra frase, spostata di pochi centimetri. ”Continuerò ad amarti per sempre 1995.” Lo scrivano della spalliera del tram aggiunse però poi in piccolo e tra parentesi (non sono io però quello del 68.”)

7 pensieri su “La Patente di Guida…

  1. Mi è capitato, anni fa, di vedere uno di questi treni trasformato in un elegante bar. Un’idea carina per dargli di nuovo valore nonostante fosse fuori uso da tempo.
    Io ho iniziato scuola guida un mese prima di compiere 18 anni, forse perché non avevo la comodità di vivere in una grande città.

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